28 e 29 aprile, Milano
Il meeting che si terrà nei giorni 28 e 29 aprile a Milano, ospitato dalla Fondazione IRCCS Istituto dei Tumori e dal Corriere della Sera, rappresenta un incontro importante tra gli specialisti che in Europa e Nordamerica si occupano dei tumori renali pediatrici.
Il dr Filippo Spreafico, coordinatore del Comitato di Studio del Tumore di Wilms dell’Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica (AIEOP), con il contributo della dottoressa Franca Fossati Bellani, direttore della Pediatria della Fondazione Istituto dei Tumori di Milano, ha organizzato due giornate di lavoro che ospiteranno soprattutto rappresentanti del gruppo di studio dei Tumori renali Pediatrici della Società Internazionale di Oncologia Pediatrica (SIOP).
Esistono gruppi internazionali e nazionali che lavorano, in parte già in modo coordinato in parte autonomamente come succede ora per quello Italiano, a progetti di ricerca clinici e biologici sui tumori del rene pediatrici. In particolare la SIOP, che opera a livello Europeo e coinvolge anche Paesi extra-europei, il COG (Children Oncology Group) in Nordamerica, l’AIEOP che promuove e coordina le attività sui tumori infantili a livello Italiano.
Tra i tumori del rene il più frequente è il tumore di Wilms o nefroblastoma, diagnosticato in circa 60-70 bambini all’anno in Italia. La fascia d’età più colpita è quella tra i 3 e 4 anni, mentre è molto raro al di sopra dei 10 anni. Eccezionalmente può colpire anche il giovane adulto, ed in questi casi è fondamentale distinguerlo correttamente dalle altre neoplasie renali tipiche di questa età poiché il trattamento è molto diverso.
La filosofia alla base del trattamento del tumore di Wilms è diversa tra la SIOP, da un lato, ed i gruppi COG e AIEOP, dall’altro. Gli studi SIOP hanno sempre proposto la chemioterapia come primo atto terapeutico, rimandando l’intervento chirurgico di asportazione del rene malato ad un tempo successivo, dopo che la neoplasia si riduce di dimensioni per effetto dei farmaci. I gruppi Nordamericano ed Italiano prediligono invece l’approccio con chirurgia immediata, ovvero l’asportazione del tumore appena diagnosticato, per poi poter pilotare il trattamento in relazione alle caratteristiche anatomo-patologiche della neoplasia, che non siano state alterate dalla chemioterapia. È importante sottolineare che con entrambe queste impostazioni terapeutiche si ottengono risultati sovrapponibili. Questi gruppi, attraverso diversi studi clinici controllati iniziati verso gli anni ’70, hanno contribuito a definire lo standard terapeutico attuale per il tumore di Wilms. Gli studi epidemiologici, infatti, ci dicono che grazie all’organizzazione di protocolli terapeutici controllati la sopravvivenza dei bambini affetti da tumore di Wilms è in costante aumento negli ultimi decenni.
Tra le principali finalità del gruppo SIOP vi è quella di promuovere cooperazione e coordinamento tra i gruppi che operano a livello nazionale, stimolare un dialogo più vivace soprattutto per quelle situazioni in cui la rarità della patologia è tale per cui solo una collaborazione internazionale può portare a risultati migliori. Uno degli scopi di questo incontro internazionale è proprio quello di stimolare il confronto dei risultati ottenuti con approcci diversi, dare importanza ai risultati più significativi, ed elaborare anche strategie comuni tra chi sino ad ora ha proceduto per vie parallele.
Si possono così riassumere gli obiettivi principali nelle strategie moderne di cura e ricerca per i bambini affetti da tumore di Wilms, ed il dibattito su questi aspetti sarà al centro delle due giornate di lavoro:
-migliorare la qualità della cura nei pazienti che con le terapie attuali hanno possibilità di guarigione molto vicina al 90%, cercando di ridurre il carico della terapia, e quindi i possibili effetti collaterali, acuti e a distanza. Questo può essere ottenuto ottimizzando la scelta dei farmaci chemioterapici in relazione ai risultati dei principali protocolli terapeutici che sono in corso, e le indicazioni all’uso della radioterapia.
-capire meglio perché alcuni tumori sono resistenti alle cure. In tal senso un grosso aiuto ci è fornito e ci verrà fornito dai ricercatori di base che sia a livello Italiano che internazionale stanno lavorando molto cercando di cogliere le caratteristiche biologiche “sfavorevoli” del tumore, per poter offrire a noi clinici strumenti più specifici per individuare i pazienti in cui è invece necessario intensificare la cura sin dalla diagnosi. A questo proposito sono stati molto importanti anche gli studi anatomo-patologici, che hanno permesso di identificare alcune caratteristiche delle cellule neoplastiche associate ad una maggior aggressività del tumore.
-cercare una terapia efficace nei pazienti in cui la malattia si ripresenta dopo la cura (recidiva), per cui è assolutamente auspicabile arrivare ad una collaborazione internazionale, anche con i colleghi americani.
-il tumore di wilms, ed i tumori pediatrici più in generale, rappresenta un modello in cui è fondamentale, nel momento in cui si programma il piano di cura del paziente, la collaborazione e la integrazione tra le attività di diversi specialisti: chirurgo, patologo, radiologo, oncologo pediatra, radioterapista, nefrologo, oltre al lavoro dei ricercatori già ricordato.
Questo incontro ha in programma un confronto tra questi specialisti su tutti gli aspetti che insieme costituiscono il “piano di cura” di un bambino affetto da tumore di Wilms.
Quello che ci aspettiamo da queste giornate è che si possa migliorare, anche grazie all’ausilio di data-base informatizzati per la raccolta e organizzazione dei dati clinici e biologici, il livello di dialogo e cooperazione tra tutti i gruppi nazionali ed internazionali che si occupano di tumore di Wilms e dei tumori del rene in età pediatrica. Manca ancora, ad esempio, uno strumento per la raccolta dei dati al quale abbiano accesso tutte le nazioni, che sia consultabile e che permetta uno scambio di informazioni tra europei e nordamericani.
È altresì importante considerare che in Italia, sotto il coordinamento dell’AIEOP, già esiste un gruppo di medici e ricercatori che si dedicano ai protocolli di ricerca e cura dei bambini affetti da tumore di Wilms (di cui sono attualmente coordinatore). Il livello della cura e della ricerca sui tumori del rene in Italia, e sui tumori pediatrici in generale, è paragonabile a quello dei gruppi internazionali. Negli ultimi anni è stato fatto un grosso sforzo affinché i bambini affetti da questa neoplasia siano trattati in protocolli clinici controllati, che garantiscono l’applicazione delle terapie ritenute più efficaci. La minor possibilità di sopravvivenza dimostrata nei paesi Est Europei, caratterizzata negli anni passati da una minor affluenza dei pazienti negli studi controllati, è a testimonianza dell’importanza di questo ultimo aspetto.
L’auspicato scambio di dati e risultati raggiunti nella cura di questi pazienti è pertanto biunivoco, nel senso che promuovere un dialogo internazionale ci permette di acquisire e far tesoro di nuove informazioni ma anche di esportare la nostra esperienza.
Il meeting che si terrà nei giorni 28 e 29 aprile a Milano, ospitato dalla Fondazione IRCCS Istituto dei Tumori e dal Corriere della Sera, rappresenta un incontro importante tra gli specialisti che in Europa e Nordamerica si occupano dei tumori renali pediatrici.
Il dr Filippo Spreafico, coordinatore del Comitato di Studio del Tumore di Wilms dell’Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica (AIEOP), con il contributo della dottoressa Franca Fossati Bellani, direttore della Pediatria della Fondazione Istituto dei Tumori di Milano, ha organizzato due giornate di lavoro che ospiteranno soprattutto rappresentanti del gruppo di studio dei Tumori renali Pediatrici della Società Internazionale di Oncologia Pediatrica (SIOP).
Esistono gruppi internazionali e nazionali che lavorano, in parte già in modo coordinato in parte autonomamente come succede ora per quello Italiano, a progetti di ricerca clinici e biologici sui tumori del rene pediatrici. In particolare la SIOP, che opera a livello Europeo e coinvolge anche Paesi extra-europei, il COG (Children Oncology Group) in Nordamerica, l’AIEOP che promuove e coordina le attività sui tumori infantili a livello Italiano.
Tra i tumori del rene il più frequente è il tumore di Wilms o nefroblastoma, diagnosticato in circa 60-70 bambini all’anno in Italia. La fascia d’età più colpita è quella tra i 3 e 4 anni, mentre è molto raro al di sopra dei 10 anni. Eccezionalmente può colpire anche il giovane adulto, ed in questi casi è fondamentale distinguerlo correttamente dalle altre neoplasie renali tipiche di questa età poiché il trattamento è molto diverso.
La filosofia alla base del trattamento del tumore di Wilms è diversa tra la SIOP, da un lato, ed i gruppi COG e AIEOP, dall’altro. Gli studi SIOP hanno sempre proposto la chemioterapia come primo atto terapeutico, rimandando l’intervento chirurgico di asportazione del rene malato ad un tempo successivo, dopo che la neoplasia si riduce di dimensioni per effetto dei farmaci. I gruppi Nordamericano ed Italiano prediligono invece l’approccio con chirurgia immediata, ovvero l’asportazione del tumore appena diagnosticato, per poi poter pilotare il trattamento in relazione alle caratteristiche anatomo-patologiche della neoplasia, che non siano state alterate dalla chemioterapia. È importante sottolineare che con entrambe queste impostazioni terapeutiche si ottengono risultati sovrapponibili. Questi gruppi, attraverso diversi studi clinici controllati iniziati verso gli anni ’70, hanno contribuito a definire lo standard terapeutico attuale per il tumore di Wilms. Gli studi epidemiologici, infatti, ci dicono che grazie all’organizzazione di protocolli terapeutici controllati la sopravvivenza dei bambini affetti da tumore di Wilms è in costante aumento negli ultimi decenni.
Tra le principali finalità del gruppo SIOP vi è quella di promuovere cooperazione e coordinamento tra i gruppi che operano a livello nazionale, stimolare un dialogo più vivace soprattutto per quelle situazioni in cui la rarità della patologia è tale per cui solo una collaborazione internazionale può portare a risultati migliori. Uno degli scopi di questo incontro internazionale è proprio quello di stimolare il confronto dei risultati ottenuti con approcci diversi, dare importanza ai risultati più significativi, ed elaborare anche strategie comuni tra chi sino ad ora ha proceduto per vie parallele.
Si possono così riassumere gli obiettivi principali nelle strategie moderne di cura e ricerca per i bambini affetti da tumore di Wilms, ed il dibattito su questi aspetti sarà al centro delle due giornate di lavoro:
-migliorare la qualità della cura nei pazienti che con le terapie attuali hanno possibilità di guarigione molto vicina al 90%, cercando di ridurre il carico della terapia, e quindi i possibili effetti collaterali, acuti e a distanza. Questo può essere ottenuto ottimizzando la scelta dei farmaci chemioterapici in relazione ai risultati dei principali protocolli terapeutici che sono in corso, e le indicazioni all’uso della radioterapia.
-capire meglio perché alcuni tumori sono resistenti alle cure. In tal senso un grosso aiuto ci è fornito e ci verrà fornito dai ricercatori di base che sia a livello Italiano che internazionale stanno lavorando molto cercando di cogliere le caratteristiche biologiche “sfavorevoli” del tumore, per poter offrire a noi clinici strumenti più specifici per individuare i pazienti in cui è invece necessario intensificare la cura sin dalla diagnosi. A questo proposito sono stati molto importanti anche gli studi anatomo-patologici, che hanno permesso di identificare alcune caratteristiche delle cellule neoplastiche associate ad una maggior aggressività del tumore.
-cercare una terapia efficace nei pazienti in cui la malattia si ripresenta dopo la cura (recidiva), per cui è assolutamente auspicabile arrivare ad una collaborazione internazionale, anche con i colleghi americani.
-il tumore di wilms, ed i tumori pediatrici più in generale, rappresenta un modello in cui è fondamentale, nel momento in cui si programma il piano di cura del paziente, la collaborazione e la integrazione tra le attività di diversi specialisti: chirurgo, patologo, radiologo, oncologo pediatra, radioterapista, nefrologo, oltre al lavoro dei ricercatori già ricordato.
Questo incontro ha in programma un confronto tra questi specialisti su tutti gli aspetti che insieme costituiscono il “piano di cura” di un bambino affetto da tumore di Wilms.
Quello che ci aspettiamo da queste giornate è che si possa migliorare, anche grazie all’ausilio di data-base informatizzati per la raccolta e organizzazione dei dati clinici e biologici, il livello di dialogo e cooperazione tra tutti i gruppi nazionali ed internazionali che si occupano di tumore di Wilms e dei tumori del rene in età pediatrica. Manca ancora, ad esempio, uno strumento per la raccolta dei dati al quale abbiano accesso tutte le nazioni, che sia consultabile e che permetta uno scambio di informazioni tra europei e nordamericani.
È altresì importante considerare che in Italia, sotto il coordinamento dell’AIEOP, già esiste un gruppo di medici e ricercatori che si dedicano ai protocolli di ricerca e cura dei bambini affetti da tumore di Wilms (di cui sono attualmente coordinatore). Il livello della cura e della ricerca sui tumori del rene in Italia, e sui tumori pediatrici in generale, è paragonabile a quello dei gruppi internazionali. Negli ultimi anni è stato fatto un grosso sforzo affinché i bambini affetti da questa neoplasia siano trattati in protocolli clinici controllati, che garantiscono l’applicazione delle terapie ritenute più efficaci. La minor possibilità di sopravvivenza dimostrata nei paesi Est Europei, caratterizzata negli anni passati da una minor affluenza dei pazienti negli studi controllati, è a testimonianza dell’importanza di questo ultimo aspetto.
L’auspicato scambio di dati e risultati raggiunti nella cura di questi pazienti è pertanto biunivoco, nel senso che promuovere un dialogo internazionale ci permette di acquisire e far tesoro di nuove informazioni ma anche di esportare la nostra esperienza.