Ogni anno, in Italia, 1.600 bambini combattono contro neoplasie gravissime.
Il 7° piano dell’Istituto Nazionale dei Tumori, Pediatria. Ci sono arrivata con Simone di giovedì. C’era già il suo nome scritto a pennarello su un cartoncino colorato sopra un letto che rifiutavo potesse essere suo. Con lo stesso pennarello su altri cartoncini a fiorellini c’è scritto “Isolamento”, stanno fuori dalle stanze. Mi sposto per far passare una carrozzina, non riesco a guardare il bimbo, attaccato ai fili della chemioterapia. Cerco di nasconderlo anche a Simone, che ha poco più di un anno e da qualche giorno un rene in meno. Ora deve fase sei mesi di chemioterapia, mi dice l’oncologo. Gli chiedo se perderà i capelli, è una domanda stupida, e lui risponde sì. Un’assistente sociale mi spiega dov’è la lavatrice, la cucina, la sala giochi, il terrazzo e la tartaruga, a cui si prega di dare solo lattuga fresca. Voglio andare a casa, ho paura. È difficile accettare che il 7° piano diventerà il nostro secondo domicilio. Ora viene l’infermiera, attacca Simone alla sua prima che mio, lui mangia una banana e mi sorride. Sopporta bene le cure, anche quando il tumore tornerà dopo un anno a un polmone, e ancora sarà operato e ancora che mio. Sono passati cinque anni da quel giovedì, ho fatto amicizia con la tartaruga, ho imparato a guardare i bimbi, a vivere al 7° piano e a capire le difficoltà, le frustrazioni dei giovani oncologi-ricercatori, che hanno scelto di occuparsi di bambini pur sapendo di non beneficiare di sovvenzioni istituzionali per i loro studi. I tumori infantili sono classificati “tumori rari”, e anche le case farmaceutiche non hanno interesse a investire in medicinali per pochi pazienti. Ma i “piccoli numeri” esistono e sembrano grandi quando riempiono silenziosamente un piano d’ospedale dove vivono, studiano, giocano. Con i loro genitori che devono trovare alloggio a Milano, lasciare altri figli a casa, chiedere permessi al lavoro per seguire cure con tempistiche imprevedibili che possono durare mesi o anni. L’Associazione 7° piano è nata per aiutare a rendere nota questa realtà, che non ha altro modo di progredire se non per iniziativa privata.
Silvia Tedesco
Presidente Associazione 7° piano
“Avevo sentito parlare del progetto 7° piano. Chiesi di vedere chi ne era la promotrice. La incontrai. Bastarono poche parole, qualche sguardo che voleva dire molto; e tanto, tanto, non detto. Cercai di rendermi utile mettendo a disposizione la mia attività professionale per dar forma e vita giuridica all’associazione. E in azienda, tra gli amici, tutti hanno cercato di fare e dare qualcosa. In silenzio, con pudore, con rispetto. Un omaggio alla vita, un contributo che va al di là del caso concreto, a chi lotta, insieme, per ricercare, per curare, per guarire. È una sfida antica, tocca le corde più intime di ciascuno. Sappiamo che si può, si deve vincere. Mobilitiamo risorse, menti, cuori, affetti. Se non per questo, per cosa?
Piergaetano Marchetti
Presidente Rcs Mediagroup
Il 7° piano dell’Istituto Nazionale dei Tumori, Pediatria. Ci sono arrivata con Simone di giovedì. C’era già il suo nome scritto a pennarello su un cartoncino colorato sopra un letto che rifiutavo potesse essere suo. Con lo stesso pennarello su altri cartoncini a fiorellini c’è scritto “Isolamento”, stanno fuori dalle stanze. Mi sposto per far passare una carrozzina, non riesco a guardare il bimbo, attaccato ai fili della chemioterapia. Cerco di nasconderlo anche a Simone, che ha poco più di un anno e da qualche giorno un rene in meno. Ora deve fase sei mesi di chemioterapia, mi dice l’oncologo. Gli chiedo se perderà i capelli, è una domanda stupida, e lui risponde sì. Un’assistente sociale mi spiega dov’è la lavatrice, la cucina, la sala giochi, il terrazzo e la tartaruga, a cui si prega di dare solo lattuga fresca. Voglio andare a casa, ho paura. È difficile accettare che il 7° piano diventerà il nostro secondo domicilio. Ora viene l’infermiera, attacca Simone alla sua prima che mio, lui mangia una banana e mi sorride. Sopporta bene le cure, anche quando il tumore tornerà dopo un anno a un polmone, e ancora sarà operato e ancora che mio. Sono passati cinque anni da quel giovedì, ho fatto amicizia con la tartaruga, ho imparato a guardare i bimbi, a vivere al 7° piano e a capire le difficoltà, le frustrazioni dei giovani oncologi-ricercatori, che hanno scelto di occuparsi di bambini pur sapendo di non beneficiare di sovvenzioni istituzionali per i loro studi. I tumori infantili sono classificati “tumori rari”, e anche le case farmaceutiche non hanno interesse a investire in medicinali per pochi pazienti. Ma i “piccoli numeri” esistono e sembrano grandi quando riempiono silenziosamente un piano d’ospedale dove vivono, studiano, giocano. Con i loro genitori che devono trovare alloggio a Milano, lasciare altri figli a casa, chiedere permessi al lavoro per seguire cure con tempistiche imprevedibili che possono durare mesi o anni. L’Associazione 7° piano è nata per aiutare a rendere nota questa realtà, che non ha altro modo di progredire se non per iniziativa privata.
Silvia Tedesco
Presidente Associazione 7° piano
“Avevo sentito parlare del progetto 7° piano. Chiesi di vedere chi ne era la promotrice. La incontrai. Bastarono poche parole, qualche sguardo che voleva dire molto; e tanto, tanto, non detto. Cercai di rendermi utile mettendo a disposizione la mia attività professionale per dar forma e vita giuridica all’associazione. E in azienda, tra gli amici, tutti hanno cercato di fare e dare qualcosa. In silenzio, con pudore, con rispetto. Un omaggio alla vita, un contributo che va al di là del caso concreto, a chi lotta, insieme, per ricercare, per curare, per guarire. È una sfida antica, tocca le corde più intime di ciascuno. Sappiamo che si può, si deve vincere. Mobilitiamo risorse, menti, cuori, affetti. Se non per questo, per cosa?
Piergaetano Marchetti
Presidente Rcs Mediagroup